Il gruppo Fenice: “vogliamo far capire che non siamo solo ciò che sembriamo!”

Il gruppo Fenice: “vogliamo far capire che non siamo solo ciò che sembriamo!”

‘’La felicità ha inizio uscendo dal guscio! Solo così scopri che è la speranza a generare vera bellezza”. È così che i partecipanti descrivono il “Progetto Fenice”.

Il nome ne racconta perfettamente storia e obiettivi: la fenice è simbolo di bellezza e forza, resistenza e rinascita. Le 7 persone con disabilità del gruppo Fenice hanno in comune la voglia di cambiare, di migliorare nonostante difficoltà personali ed esterne, di rivendicare il diritto a risate e divertimento, e magari di raccontarlo anche agli altri questo diritto.

Il logo del gruppo Fenice, disegnato da Aiman

Il gruppo Fenice:
uno spazio di socializzazione

3 ragazzi li conoscevamo già, sono Franca, Mario e Rita: hanno tutti tra i 45 e 65 anni e frequentavano gli spazi del diurno Centro CapoLavoro di Grugliasco ancor prima che la nostra Cooperativa ne assumesse la gestione. Tutti presentano una disabilità esclusivamente fisica, della quale hanno una profonda consapevolezza. Sono molto concentrati sulle proprie possibilità fisiche, ma anche su quanto gli accade attorno, dei cambiamenti rispetto al mondo della disabilità, di ciò che a volte gli viene negato e di quanto, invece, avrebbero bisogno.

Insieme a loro formano il gruppo Fenice Federico, Karim, Aiman e Francesco. Sono 4 ragazzi di età compresa tra i 20 e i 30 anni, con disabilità fisica e intellettiva, di cui i nostri operatori di Grugliasco e Rivoli già si prendevano cura con progetti individuali di educativa territoriale. “Territoriale” significa che i ragazzi non frequentano il centro ogni giorno, ma che un nostro educatore li affianca, in esterno, nel loro quotidiano. Data la giovane età, l’esigenza principale a cui cerchiamo di rispondere è quella della socialità: le uscite con gli amici, i pomeriggi in centro, la cura delle relazioni.

Il gruppo è nato quindi dall’allinearsi di una doppia esigenza: tutti, giovani e meno giovani, con disabilità fisica e intellettiva, necessitavano di un tempo e uno spazio diversi, un contesto della socialità dove vivere la vita senza il pensiero della propria difficoltà.

Nasce così “Fenice”, un progetto pensato per la socializzazione di persone con particolari e diverse disabilità. Uno spazio tutto per loro, non come singoli con esigenze ritagliate su misura, ma come un vero gruppo di amici, con necessità, desideri e passioni in comune.

7 amici che si incontrano
il lunedì pomeriggio

Il ritrovo è fissato ogni lunedì pomeriggio nei locali del centro diurno CapoLavoro di Grugliasco: si sta insieme, si chiacchiera, ci si racconta della settimana, dei problemi a casa e dell’ultimo film visto in tv.

È il luogo delle risate e del “come stai amico?”, ma c’è di più. Almeno una volta al mese organizziamo una lunga uscita: non solo merende, aperitivi e cene, ma anche visite a musei, lunghe passeggiate e cinema. Si esce, si vivono esperienze. E le si vive come persone con disabilità, che hanno esigenze particolari ma anche un grande spirito di critico e una gran voglia di far sentire la propria voce. E allora perché non recensirle anche quelle esperienze?

Il BLOG: una voce per raccontare
il nostro punto di vista

Nasce così l’attività del BLOG del gruppo Fenice, che ogni lunedì, tra chiacchiere e spuntini, porta la neonata redazione a scambiarsi idee su possibili gite, nuovi ristoranti da provare, film e mostre da vedere, per poi scrivere tutti insieme di ciò che il gruppo ha già sperimentato.

I ragazzi hanno una gran voglia di parlare a tutti voi là fuori, di raccontare il loro punto di vista su un mondo non sempre troppo accogliente, di diventare voce, facendo qualcosa che può tornare utile a molti. Cercano di non essere mai troppo cattivi nelle recensioni, ma sinceri e concreti, così che chi leggerà i loro consigli possa arrivare a destinazione preparato.

Come ci hanno accolti in quel museo? Una macchina parcheggiata sulla discesina del marciapiede può rovinarti il pomeriggio, un frigo nel posto sbagliato può bloccare il passaggio di una carrozzina, un menù poco leggibile farti passare l’appetito, e un pavimento sconnesso è un problema per tutti, non solo per chi fa fatica a camminare da solo.

“Vogliamo raccontare all’esterno cosa voglia dire essere una persona disabile, cosa significa e cosa comporta. Vogliamo far capire che non siamo solo ciò che sembriamo!”

Le uscite rendono la “redazione” protagonista di un racconto collettivo a cui i ragazzi ormai dedicano la stessa cura dedicata alla scelta del film da guardare!

La rubrica “IO ALLO SPECCHIO”

Nei momenti dedicati alle discussioni, come in tutti i gruppi, si affrontano temi importanti che generano le idee migliori. È nato così, un po’ per caso, il desiderio, che speriamo di realizzare presto, di creare all’interno del blog uno spazio dove intervistare anche persone esterne al gruppo per condividere pensieri e conoscere ciò che ci circonda anche attraverso lo sguardo degli altri: “Io allo specchio” è il nome della rubrica che ci permetterà di scoprire come gli altri guardano al mondo della disabilità, come ci osservano e cosa pensano di noi.

Il blog è già online e i ragazzi stanno caricando i tanti articoli preparati in questi mesi. Vi diamo l’indirizzo nel prossimo aggiornamento!

In termini relazionali ed educativi il ritorno dell’attività è immediato: nel desiderio dei ragazzi di prolungare il più possibile le uscite, nel vederli interessati al bene dell’altro e chiedergli come sta. Si sentono vivi e protagonisti, ma soprattutto nella dimensione del gruppo si abbattono i confini, tutti si aprono e si fa più facile il lavoro educativo. Siamo educatori, ma siamo anche amici e QUI possiamo parlare di tutto.

Erminia, educatrice